Poco dopo l’accaduto il sindaco di Monsummano Fulvio Zamponi annunciava 314 morti, il parroco di Monsummano Ugo Mori oltre 500, il prete di Cintolese Renato Quiriconi più di 100, una commissione d’inchiesta americana circa 300, il sindaco di Ponte Buggianese Aristide Benedetti 800.
Nel corso del 1945 l’inchiesta inglese si avvicinò al numero reale dichiarando 184 vittime e comprendendo in esse 8 persone cadute in precedenza durante tre stragi effettuate a Ponte Buggianese.
Nel 1974 Riccardo Cardellicchio dopo un’accurata ricerca conteggiò 175 morti divisi per luogo, un numero vicino ai 176 attestati dagli inglesi.
Nel 2002 Enrico Bettazzi e Metello Bonanno compararono i dati di Cardellicchio, quelli della commissione inglese e i riferimenti anagrafici, evidenziando come diversi nominativi furono calcolati due volte, ad esempio a causa dei soprannomi o dei nomi di donne da sposata, mentre altri vennero computati solamente in un elenco dei due (in particolare nell’elenco di Cardellicchio [175 vittime] mancava Livio Giannini ma era inserita Gina Malucchi nei Pierozzi che non esiste ed era conteggiato due volte Raffaello Lepori, chiamato Settimo Lepori; nell’elenco di Folin [176 vittime] vengono conteggiati Settimo Lepori, da ricondurre a Raffaello, e Giuseppe Bini che non esiste).
Marco Giori del comune di Monsummano, dopo un’attenta ricerca, ha confermato il numero e i nomi delle vittime dichiarate da Bettazzi e Bonanno.
Da queste ultime indagini è scaturito il numero definitivo delle vittime, 174.
Vasco Ferretti in 1944-2011 Padule di Fucecchio. La strage, il processo, la memoria di una comunità, a pagina 61 parla di 177 vittime (174+3), tesi poi ripresa da Pier Vittorio Buffa in Io ho visto, p. 327. Si tratta di un errore facilmente dimostrabile per uno storico che abbia letto gli atti di morte; Ferretti, riprendendo la requisitoria del PM De Paolis durante l’ultimo processo, conta 3 ulteriori persone morte a settembre (in realtà uccise a causa di mitragliamenti o di scoppio di bombe durante gli ultimi giorni di ritirata tedesca) che non hanno niente in comune con la strage in Padule (Tristano Pinetini, Cesare Bottai e Gemma Dami). Il loro atto di morte in comune a Monsummano si trova subito dopo i morti dell’eccidio, l’errore probabilmente è dovuto a questo; il fatto è che i morti dell’eccidio si trovano nello stesso carteggio dei deceduti per azioni violente tedesche o per i cannoneggiamenti. Quindi in ordine cronologico si trovano: morti per azioni tedesche o cannoneggiamenti, morti dell’eccidio, tre morti di settembre.
Visionando gli atti di nascita e di morte dei comuni di Monsummano e di Larciano (dove si erano concentrati i possibili errori) posso confermare il numero delle vittime a 174.