L’eccidio del Padule di Fucecchio fu uno dei casi a livello nazionale in cui si cercò di rendere giustizia ai caduti, attraverso processi che coinvolsero i presunti colpevoli. A Venezia Kesselring, comandante della Wehrmacht in Italia, fu inizialmente condannato alla pena di morte, poi all’ergastolo e infine graziato; Crasemann a Padova prese 10 anni di reclusione (morì in prigione nel 1950) mentre Strauch a Firenze 6 anni di carcere (sarà liberato senza aver scontato completamente la propria pena).
Il recente processo di Roma ha visto protagonisti il capitano primo ufficiale d’ordinanza Ernst August Arthur Pistor, il maresciallo Fritz Jauss, il sergente Johann Robert Riss e il tenente Gerhard Deissmann, poi morto a cent’anni nel corso del processo. Il 25 maggio 2011 la corte romana ha condannato i tre ex-soldati all’ergastolo; Il 15 novembre 2012 la corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza nei confronti degli imputati Jauss e Riss, mentre il terzo, Pistor, è venuto a mancare all’età di 91 anni.
Nessun altro fra i vari ufficiali, sottufficiali, tenenti e generali partecipanti all’eccidio fu mai processato in tribunale.